ALESSANDRIA - il Tempio delle Muse

III sec a.C.

Jean-Claude Golvin, Alessandria – veduta generale nel III sec. a.C.

La città di Alessandro, vista dal mare con lo sguardo di Serapide, il dio che sommava in sé le caratteristiche delle divinità dei Greci e degli Egiziani. Fondata nel 332, nel III secolo è al suo apogeo. Di fronte alla città l'isolotto di Faro, con la torre di Faro, che fu una delle sette meraviglie dell'antichità, situata all'ingresso del porto. Questo è delimitato da una penisola naturale e, dalla parte opposta, da una diga artificiale. Nelle vicinanze di quell'angolo che la penisola forma con la linea di costa del porto era situato il Palazzo Reale. Dietro la linea delle strutture portuali, e confinante con il quartiere reale, si estendeva il quartiere dei palazzi chiamato Bruchio. Alle spalle della città la laguna o palude Mareotide, che un canale collegava con il mare. Il cielo sullo sfondo è denso di foschia.

Jean-Claude Golvin, Alessandria – la via Canopica

Facendoci ora più da presso con lo sguardo di Serapide, vediamo in primo piano sulla destra i primi edifici del Bruchio. La via Canopica, con tutti i cavalli e cammelli in circolazione e i loro lasciti, non è la passeggiata ideale per il fine pensatore. Svoltiamo allora verso destra, in direzione del mare, per andare a incontrare l'edificio del Museo nel quartiere reale. La giornata è assolata, con una brezza leggera, e camminare è piacevole.

Quando Alessandro morì a Babilonia, nel 323, il fidato generale Tolomeo seppe guadagnarsi la posizione di reggente dell'Egitto. Inviò una spedizione per recuperare il corpo di Alessandro, per il quale fece costruire una sepoltura monumentale in Alessandria. Infine nel 305 si proclamò re, Tolomeo I Sotere, inaugurando la dinastia dei Tolomei. E volle avviare il progetto del Museo con l'annessa Biblioteca 1.

Per ragionare intorno alla Biblioteca di Alessandria poniamo ora alcune definizioni.

Il Museo, il Tempio delle Muse, era un edificio, situato nelle vicinanze del Palazzo Reale, che conteneva la grande Biblioteca e gli alloggi per gli studiosi, ospiti stipendiati del Re Faraone.

La Biblioteca era semplicemente una serie di armadi, incassati nei muri di alcune grandi sale, che contenevano i moltissimi rotoli di papiro.

Il Serapeo, il tempio di Serapide, era stato costruito nel quartiere egiziano Rhakoti, e in un secondo momento venne dotato di una biblioteca 'figlia', più piccola.

I libri di tutti i popoli della terra

Il progetto culturale della Biblioteca si può dire completato, nelle sue strutture fondamentali, verso la fine del III secolo a.C.. Era stato ispirato dallo stesso Alessandro e derivava in ultima analisi dall'ideale enciclopedico di Aristotele. Incaricato di costruire la collezione libraria fu Demetrio Falereo, che si era formato al Liceo. Il magnifico ideale della Biblioteca si può riassumere nella espressione del titolo: i libri di tutti i popoli della terra. I libri greci portavano alle vette della letteratura e della filosofia, della matematica e della conoscenza naturalistica. Dai libri degli egiziani e da quelli dei popoli orientali ci si attendeva soprattutto la sapienza 'tradizionale' e quella astrologica. Dobbiamo a questo ideale universale, e all'impulso della comunità ebraica alessandrina, la prima traduzione in greco della Torah 2, la cosiddetta Bibbia dei Settanta.

Per costruire la Biblioteca universale furono inviate richieste a tutti i sovrani del mondo conosciuto, furono inviate missioni per acquistare i libri a qualsiasi prezzo, furono utilizzati metodi al limite della correttezza 3. Furono invitati i migliori studiosi. Il Museo cominciò a essere popolato di intellettuali che si aggiravano tra gli scaffali, consultavano i libri o li leggevano in salette appartate, li commentavano e li verificavano criticamente, si radunavano in piccoli gruppi per confrontarsi e per scambiarsi informazioni. Si tenevano a volte vere e proprie lezioni.

Quale poteva essere alla fine la consistenza della grande Biblioteca? Le fonti forniscono informazioni fortemente discordanti, con cifre che variano da quarantamila rotoli fino a settecentomila, e i tentativi di interpretazione con emendazione di queste testimonianze producono ragionamenti che fanno venire il capogiro. Sappiamo che Callimaco, erudito e poeta, il quale nel III secolo fu presso il Museo ma non fu Bibliotecario, compilò un catalogo, basandosi sui libri posseduti dalla Biblioteca, intitolato Pínakes – cioè tavole – degli autori che si distinsero in tutti i rami del sapere e delle loro opere. Occupava 120 rotoli e le sue tavole erano ricche di informazioni. Non si trattava di un catalogo completo bensì selettivo, per servire alla storia delle lettere greche. E questa almeno è una notizia certa. Limitiamoci allora a osservare che, in ogni caso, niente di simile alla Biblioteca di Alessandria si era mai visto nel mondo antico, né si sarebbe più visto, per secoli.

1. Che sarà continuato dai successori Tolomeo II Filadelfo e Tolomeo III Evergete.

2. Torah è l'insieme dei primi cinque libri della Bibbia. La traduzione greca è detta la Bibbia dei Settanta perché, secondo una tradizione successiva, fu elaborata da una commissione di sapienti ebrei, chiamati all'incirca i settanta, i quali eseguirono la traduzione con mirabile accordo.

3. Il cosiddetto 'fondo delle navi' fu costituito imponendo a ogni nave che faceva scalo nel porto di consegnare i libri eventualmente trasportati, i quali venivano copiati nella Biblioteca e venivano restituiti in copia, mentre gli originali venivano acquisiti.

- Sotere = salvatore, filadelfo = che ama i fratelli, evergete = benefattore.

Crea il tuo sito web gratis! Questo sito è stato creato con Webnode. Crea il tuo sito gratuito oggi stesso! Inizia