BAGHDAD – la Casa della Saggezza

VIII sec. d.C.

Kais Jacob Ishak, Baghdad Al-Mansur's Round City in 762 A.D. (2016)

Arriviamo a Baghdad nella seconda metà del secolo VIII, in tempo per osservare la nascita e lo splendore della civiltà costruita dalla dinastia dei califfi Abbasidi 1. Edificata dal califfo al-Mansur, battezzata come Città della Pace e nota anche come Città Circolare, prese in seguito il nome di Baghdad, che rimane di incerto significato. In lontananza, al centro del cerchio delle mura, vediamo la Grande Moschea con l'adiacente Palazzo Reale, circondati da un ampio giardino riservato al palazzo, delimitato da una cerchia interna di mura. Nella fascia esterna, i palazzi dell'amministrazione e poi la città abitata, che presto divenne grandissima e ricchissima.

Sotto il governo del leggendario al-Rashid il califfato raggiunse il massimo dello splendore. Questo califfo divenne, alcuni secoli più tardi, protagonista di alcune delle novelle delle Mille e Una Notte. In Europa in questa stessa epoca Carlo Magno cercava con grandi sforzi di ricostituire la stabilità dell'Impero Romano e di risollevare lo stato della cultura e dell'istruzione. I due sovrani, sebbene distanti, intrattenevano rapporti cordiali. Memorabile la meraviglia che suscitò presso la corte carolingia la ricchissima donazione inviata da al-Rashid, e in particolare quell'oggetto davvero incredibile che era l'orologio a cucù.

Il successivo califfo al-Mamun, avendo consolidata la sicurezza politica del califfato, partecipando dell'interesse crescente che si veniva creando nell'ambito della corte per le opere degli antichi, volle istituire la Casa della Saggezza, Bayt al-Hikma, un centro di studio e di ricerca, dislocato all'interno del quartiere reale. La collezione libraria privata dei primi califfi divenne la dotazione iniziale per la biblioteca dalla Casa della Saggezza. 

La conquista islamica ha già investito, in questo secolo, tutti i paesi del Mediterraneo fino al Maghreb e alla Spagna, e nel secolo successivo annetterà la Sicilia, mentre in Oriente ha occupato tutti quei territori, dalla Siria fino alla Persia e al subcontinente Indiano, che avevano in precedenza assorbito una cultura di origine greca, prima ellenistica e poi bizantina.

La Casa della Saggezza

L'idea della Biblioteca Universale rinasce dunque a Baghdad all'inizio dell'età degli Abbasidi. L'ideale è, ancora una volta, quello di avere i libri di tutti i popoli, questa volta tradotti nella lingua degli Arabi. Le conoscenze astronomiche e la tradizione filosofica dei Persiani sono sul territorio, e non è distante la matematica degli Indiani, che ha proprio in quest'epoca il suo periodo classico. Le opere dei Greci si possono ricercare nei centri di cultura ellenistica, città o monasteri, che ora appartengono al mondo arabo, come Alessandria o Antiochia. E diverse missioni vengono inviate a Costantinopoli, nel 'paese dei Romani'.

Si costituisce quindi un vero e proprio 'movimento di traduzioni' dal greco e dal siriaco in arabo, non limitato all'ambiente della Casa della Saggezza. Dalla cultura dei Greci si importano i filosofi, soprattutto Aristotele l'enciclopedico, i medici, da Ippocrate a Galeno, i matematici e i meccanici ingegneri. In una prima fase i traduttori provengono da ambienti di cultura ellenistica. Il grande traduttore, Hunayn ibn Ishaq 2, tradusse numerose opere, soprattutto di medicina ma anche di matematica e di filosofia. In un secondo momento furono gli stessi studiosi a tradurre e commentare e aggiornare le opere che interessavano il loro ambito di ricerca.

In quanto alla consistenza della biblioteca della Casa della Saggezza, anche in questo caso non abbiamo informazioni precise, se non il fatto che si trattava della biblioteca più importante nel mondo arabo, e probabilmente nel mondo intero. Possiamo ipotizzare, sulla base delle testimonianze che riguardano altre biblioteche minori, un ordine di grandezza di alcune centinaia di migliaia di volumi. E bisogna tenere presenti alcune osservazioni. Che la forma del libro in quest'epoca non è più quella del rotolo bensì quella del codice 3, pertanto un singolo volume poteva contenere diverse opere. Che una biblioteca araba possedeva molte copie del Corano, le opere dei migliori calligrafi, in una quantità che andava dalle centinaia fino alle molte migliaia.

Possiamo ottenere almeno un'idea generale riguardo alla composizione della biblioteca della Casa della Saggezza sfogliando il Kitab al-Fihrist, il libro del catalogo, opera di un erudito di Baghdad indicato di solito semplicemente con la qualifica soprannome di al-Nadim 4, il cortigiano. Il Fihrist è una compilazione che elenca opere di tutti i popoli, esistenti in lingua araba, con notizie sulla vita degli autori e sul contenuto delle opere, un lavoro a cui al-Nadim diede una forma (quasi) compiuta nell'anno 987. Sono elencate circa diecimila opere di circa duemila autori. Si tratta probabilmente di un catalogo selezionato, almeno in origine commisurato più che altro alla dimensione del negozio di famiglia.

Yahya ibn Vaseti, illustrazione per le Maqamat (assemblee) di al-Hariri (1237) (Parigi, Biblioteca nazionale di Francia)

Questa miniatura ci permette di gettare uno sguardo all'interno di una biblioteca pubblica di Baghdad, sebbene in epoca tarda, prossima alla fine del califfato. Sullo sfondo, appoggiati alla parete, una serie di scaffali che contengono i codici, impilati sul piatto, con il titolo scritto sul taglio. In primo piano vediamo una scena di lettura. Uno tiene il libro aperto e legge per tutti, il secondo da destra; gli altri sei ascoltano e con le mani fanno gesti di adesione, come quello con la barba bianca in abito giallo che alza il braccio, o di partecipazione, come quelli che hanno una mano sul petto, mentre uno, quello in blu, appoggia la mano sul ginocchio del vicino in rosso. Potrebbe trattarsi di una lettura da un testo teologico, che in seguito si aprirà a una discussione sul significato della rivelazione, o della recitazione da un'opera letteraria, sulla quale poi ciascuno esprimerà un proprio ragionato apprezzamento.

Aristotele ancora una volta

Un giorno al-Mamun vide in sogno la figura di un uomo dalla carnagione chiara, il colorito rossastro, la fronte spaziosa, le sopracciglia unite, la testa calva, lo sguardo ardente, l'espressione benevola, seduto sul suo letto. Al-Mamun raccontò che: "Era come se fossi di fronte a lui, pieno di timore. Allora dissi: 'Chi sei?' Rispose: 'Sono Aristotele.' Allora mi sentii felice di essere con lui e dissi: 'O sapiente, posso farti una domanda?' Rispose: 'Chiedi.' Allora domandai: 'Che cos'è il bene?' Rispose: 'Quello che è bene secondo l'intelletto.' Dissi ancora: 'E poi che cos'altro?' Rispose: 'Quello che è bene secondo la legge.' Dissi: 'E poi che altro?' Rispose: 'Quello che è bene per il popolo.' Dissi: 'E poi che altro?' Egli rispose: 'Altro? Non c'è nient'altro.'"

Fu questo sogno a dettare il progetto della Casa della Saggezza: portare la conoscenza e la rivelazione alla portata del popolo. Aristotele insegnò agli Arabi la filosofia e venne per questo considerato come il Primo Maestro. Ancora per Dante era il "maestro di color che sanno".

La matematica nell'età degli Abbasidi

Il matematico più famoso tra quelli che hanno lavorato presso la Casa della Saggezza è noto con l'appellativo di al-Khwarizmi 5, che in Occidente diventò Algorithmus, e il suo Trattato sul calcolo mediante completamento (al-gabr) e bilanciamento (al-muqabala) viene considerato come l'inizio dell'algebra, il cui nome deriva appunto da quel titolo. La geometria dei Greci venne tradotta e commentata e approfondita. Tre degli otto libri delle Coniche di Apollonio ci sono pervenuti solo nella traduzione araba di Thabit ibn Qurra. Particolarmente studiata fu l'opera di Tolomeo. Le coordinate nella Geografia furono ricalcolate con maggiore precisione, e il Grande Trattato sulla cosmografia è ancora oggi conosciuto come Almagesto, dal titolo arabo al-Magisti (il grandissimo). Lontano dalla capitale del califfato, verso la fine dell'età abbaside, la matematica araba produsse altri grandi studiosi come il celebre poeta e matematico Omar Khayyam 6 e il matematico Nasir al-Din al-Tusi 7, i quali in particolare proseguirono la riflessione geometrica su Euclide.

La fine improvvisa

La Casa della Saggezza è esistita per più di quattro secoli, e ha rappresentato il modello per altre simili istituzioni, come la concorrente Casa della Saggezza, Dar al-Hikma, del Cairo. La Bayt al-Hikma scomparve improvvisamente nel 1258 quando la città di Baghdad fu distrutta e saccheggiata dalla grande armata dei Mongoli. I libri furono gettati nel Tigri e il grande fiume divenne nero di inchiostro mentre era rosso di sangue.

Il grande entusiasmo per la conoscenza, originato dal sogno illuminato degli Abbasidi, si era ormai da tempo diffuso in tutto il mondo arabo, lungo le coste del Mediterraneo fino a Occidente. Nei paesi di confine, dove esisteva una forma di convivenza tra le diverse culture, latina, ebraica, araba, e dove regnavano sovrani illuminati, la Sicilia di Federico II e la Spagna di Alfonso X il Saggio, questo sapere veniva alla luce e tornava a essere ricercato, e nasceva così un movimento di traduzioni in senso inverso, dall'arabo in latino. Fu così che in Europa fu riscoperto Aristotele, di cui prima del XII secolo si conoscevano in latino due sole opere, mentre per ritrovare Platone, di cui si conosceva parte di un unico dialogo, bisognerà aspettare il XV secolo.

1. Il nome di Abbasidi deriva da un antenato, al-Abbas, zio del Profeta.

2. Siriano e cristiano, conoscitore di tutte le discipline, fu direttore della biblioteca.

3. Con i fogli di carta e non più di pergamena.

4. Dotato di una istruzione di alto livello, aveva operato come copista e come cercatore di libri per il negozio del padre a Baghdad. Il padre infatti era conosciuto con la qualifica di al-Warraq, il libraio (commerciante di libri).

5. Si riferisce alla regione di origine, il Khwarezm, oggi divisa fra tre stati ex sovietici.

6. Il secondo nome significa 'fabbricante di tende', forse il mestiere del padre.

7. Il primo soprannome significa 'fedele', il secondo si riferisce alla città di Tus, nel Khorasan.

–  Khalifa = successore (di Maometto), mansur = vittorioso, rashid = ben guidato, mamun = affidabile, quran = lettura (liturgica), kitab = libro, ibn = (figlio) di, al– = (detto) il.

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