CONCLUSIONE

Dovremmo dunque pensare che il nostro viaggio, che si è spinto fino a tempi e luoghi tanto lontani, non abbia alla fine raggiunto la meta prefissata. E così, di fronte a una seria difficoltà, non un dilemma concettuale bensì una concreta questione economica, si arresta necessariamente la nostra divagazione. Anche se, a pensarci bene, ci sarebbe una ulteriore possibilità, dai contorni non chiaramente definiti, che si potrebbe prendere in esame.

Una tradizione del primo monachesimo, nata nell'Estremo Oriente alcuni secoli prima che nel mondo cristiano, è quella dell'andare pellegrino. Consiste nell'abbandonare il proprio ambiente con tutte le sue relazioni sociali, disfarsi di ogni dipendenza materiale da un luogo, una casa, una comunità, per attraversare il mondo da straniero, senza una residenza permanente. Il fine era principalmente quello di arrivare a un completo distacco interiore e alla purezza dello spirito. Ovvero, come per Siddharta Gautama nel romanzo di Hermann Hesse, di incontrare in qualche luogo quell'essere che con il suo pensiero determina la nostra esistenza.

Nel suo peregrinare il monaco itinerante trova ospitalità presso i monasteri che incontra lungo il cammino, oppure si insedia in modesti ricoveri lasciati a disposizione dei pellegrini presso i santuari. Presso il Romitaggio della Dimora Illusoria il monaco poeta Matsuo Basho trascorre un inverno intero dedicandosi alla contemplazione e alla scrittura. Il bagaglio del monaco in cammino è leggero, solo qualche libro e un po' di materiale per scrivere. È in questo che si apprezza il valore della biblioteca mentale, costruita grazie alla passione per la lettura e per lo studio (che ovviamente devono essere stati praticati prima di intraprendere il viaggio).

Fuori dalla tradizione contemplativa, una figura di filosofo itinerante nella realtà storica non è esistita. I filosofi hanno ricercato la dimora ideale sperimentando l'isolamento nelle forme più varie, ma sempre nella versione stanziale. Dal castello di Montaigne in Dordogna alla capanna di Heidegger nella Foresta Nera.

Forse però il futuro prossimo, con la portabilità di un iPad unita alla potenza di Google e allo sviluppo del Web, potrà offrirci qualche nuova possibilità per una vita intellettuale in movimento, quando necessario, verso l'agognata serenità, a bordo di un confortevole camper (monoposto) di ultima generazione. 

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