INVENTARI
Nelle ultime tappe del nostro viaggio abbiamo incontrato due pensatori dell'età moderna, Petrarca e Montaigne, che ci hanno parlato diffusamente di temi rilevanti per la nostra ricerca: dei libri e della vita intellettuale, dei luoghi silenziosi e della solitudine degli scrittori. Nei loro ragionamenti ci è sembrato di riconoscere una consapevolezza, intorno alla nostra questione fondamentale, ormai più matura rispetto a quella che abbiamo potuto ricavare dalle precedenti visite presso i grandi centri della cultura classica. Però non si è presentata l'occasione di dare un'occhiata, anche fugace, alle loro private biblioteche, frugando nell'armadio o perlustrando nella torre.
Sappiamo che le due collezioni, raccolte con laboriosa ricerca, alla morte dei proprietari sono andate presto disperse. Tuttavia a partire dal tardo secolo XIX gli studiosi hanno sentito l'esigenza di tentare di ritrovare questi libri, sparsi nelle collezioni di tutto il mondo, ricercandoli sulla base delle informazioni che sono conservate nelle fonti documentarie, e di ricostruire quindi, almeno parzialmente, la composizione delle due biblioteche. I risultati di questo lavoro sono parziali e provvisori, naturalmente. Ne offriamo qui di seguito una descrizione ridotta in estrema sintesi.
i libri di Petrarca
Dei libri che sono appartenuti a Petrarca quasi una settantina sono stati ritrovati. Una frazione abbastanza significativa dell'insieme di circa duecento codici. Ne riportiamo una rappresentazione organizzata per autori. Immaginiamo i codici disposti all'interno di un armadio, quello che abbiamo visto nello studiolo di Arquà, appoggiati sul piatto, come si usava a quel tempo.
i Classici: opere di Terenzio, Virgilio, Orazio, Ovidio, Lucano, Persio, Giovenale, Stazio, Catullo, Properzio, Plauto, Claudiano; Sallustio, Valerio Massimo, Seneca, Giustino, Cesare, Apuleio, Macrobio, Quintiliano, Solino, Svetonio, Ditti, Darete, Floro, Eutropio, Orosio, Marziano Capella, Curzio Rufo, Servio, Fulgenzio, Gellio, Censorino, Firmico, Plinio, Pomponio Mela, la Historia Augusta, Tito Livio, Vegezio, Vibio Sequestre, Vitruvio, Frontino, Varrone, Palladio, Nonio Marcello, Vittorino, Elio Donato, Vacca, Alberico; molte opere dell'amato Cicerone; ma non Tibullo, Marziale, Lucrezio, Tacito |
i Padri della Chiesa e gli scrittori di cose sacre: Girolamo, Ambrogio, Agostino; Giuseppe Flavio, Cassiodoro, Isidoro di Siviglia; Lattanzio, Cipriano; ma non Tertulliano |
dei Greci solo poche opere in traduzione latina: una di Aristotele e un paio di Platone, oltre che Omero (Iliade e Odissea, nella traduzione di Leonzio Pilato); possedeva anche un codice di Platone in greco, che però non era in grado di leggere |
in volgare niente, eccetto una Commedia regalo del Boccaccio |
Si tratta di una biblioteca quasi interamente latina, e Petrarca conobbe poco dei classici greci. Tale era d'altronde in quell'epoca la condizione in tutti i paesi dell'Europa Occidentale. Sarebbe degna di essere narrata la figura inquieta e tragica di questo erudito Leonzio Pilato, che fu uno dei precursori di quell'opera di traduzione dal greco in latino che prenderà piede più tardi nel pieno Rinascimento. Petrarca lo conobbe personalmente e a lui commissionò le traduzioni di Omero che troviamo qui sopra nell'armadio.
i libri di Montaigne
Di tutti quei mille libri che riempivano la libreria di Montaigne poco più di un centinaio sono stati ritrovati. D'altra parte nel saggio "Dei libri" (II,10) Montaigne ci parla estesamente degli autori da lui preferiti oppure meno apprezzati, che pensiamo fossero anch'essi presenti nella sua biblioteca. Anche in altri saggi si leggono citazioni degli autori classici e anche riferimenti agli scrittori "nuovi", soprattutto gli storici. Della biblioteca di Montaigne ecco qui di seguito una rappresentazione molto parziale, basata sulle informazioni sopra indicate, i libri ritrovati e quelli menzionati. È organizzata per autori, e distribuita in due armadi, contenenti uno gli autori classici e uno i nuovi, ciascuno di cinque scaffali, contenenti la filosofia (soprattutto morale), poeti e prosatori, scienza naturale e geografia, la storia, e infine religione e teologia. Il colore grigio significa che l'autore era presente con alcune opere le quali oggi risultano non più reperibili.
Diogene Laerzio, Lucrezio, Filone di Alessandria, Plotino, Curzio Rufo, Cicerone, Aristotele, Platone, Seneca | P. Bouaistuau, J. Eisermann, F. Sansovino, P. Vettori |
Ausonio, Florilegium epigrammatum, Orazio, Igino, Carmina (antologia), Sofocle, Terenzio, Virgilio, Catullo, Ovidio, Lucano, Plauto, Marziale | J. A. Baïf, Leone Ebreo, P. Luján, F. Petrarca, A. Poliziano, D. de San Pedro, T. Tasso, B. Varchi, M. G. Vida, G. Boccaccio, L. Ariosto, F. Rabelais |
Catone,
Varrone, Plinio, Strabone, Teofrasto, Vegezio |
Giovanni d'Arcole, P. Pichot (medicina); A. Bacci, S. Münster, J. M. Poblacion (geografia) |
Appiano, Cesare, Dionigi di Alicarnasso, Dione Cassio, Svetonio, Senofonte, Plutarco, Tito Livio, Sallustio, Tacito | Aimoino di Fleury, L. Bruni, P. de Belloy, M. Beuther, A. Bonfini, G. Buchanan, P. Bugnyon, F. Lopes de Castanheda, G. du Choul, V. Forster, G. Franci Conestaggio, Germanicarum rerum, N. Gilles, P. Giovio, A. de Guevara, J. de Guyse, I. Herburt de Fulstines, P. Giustiniani, J. Lemaire de Belges, S. Lusignan, J.-P. Masson, L. Mauro, J. Osorio, O. Panvinio, D. Sauvage, R. Streinnius, G. Villani, V. de Beauvais, B. Corio, J. Froissard, Ph. de Commynes, fratelli du Bellay, F. Guicciardini |
Bibbia, Apollinario di Laodicea, Dionisio di Alessandria, Eusebio di Cesarea, Giustino martire, Sinesio di Cirene, Agostino | Teodoro di Beza, papa Bonifacio VIII, Erasmo da Rotterdam, M. Flaminio, G. Garimberto, B. Ochino, S. Castellion, P. Melanchthon |
Naturalmente c'erano anche le opere composte
dallo stesso Montaigne e quelle dell'amico La Boétie, edite da
Montaigne, oltre che alcune opere di
riferimento, alcune delle quali sono state ritrovate: Apollonio Discolo,
G. Lascaris, T. Gaza (grammatica greca); L. G. Giraldi
(mitologia); H. Estienne, M. Nizolio (lessico ciceroniano);
J. Masuer (diritto); I. Ringhieri (cortigiano).
Montaigne aveva una perfetta padronanza del latino, ma solo una conoscenza scolastica del greco e, per esempio, l'amato Plutarco lo leggeva tradotto in francese. Non risulta che possedesse Omero, neanche tradotto. Aveva invece una buona familiarità con la lingua italiana, approfondita probabilmente in occasione del suo viaggio in Italia negli anni 1580-81.