MONTAIGNE – la torre di Michel de Montaigne
Bordeaux 1533 -
Saint-Michel-de-Montaigne 1592
Michel Eyquem de Montaigne è famoso in due modi.
Primo: in quanto autore degli Essais, l'opera totale con
cui si inaugura il pensiero soggettivista o, come a volte si
definisce, relativista. Secondo: perché, ritiratosi dall'impegno
nella vita civile, la sua abitazione è stata una torre in un
castello, separata dal resto della società. È soprattutto per
questo aspetto secondario che siamo indotti ad avvicinarci al
filosofo e alla sua torre.
Trasferiamoci dunque nella Francia del secolo XVI. È un solido stato monarchico. Tuttavia le guerre di conquista in Italia non hanno successo. La riforma protestante prende piede nella variante calvinista, e le guerre interne di religione, che investono il periodo 1562-98, si concludono con l'editto di Nantes, che stabilisce la libertà di culto.
La torre
Il paese di Saint-Michel prende l'appellativo de-Montaigne per la vicinanza a una altura. Dove a partire dal secolo XIV sorge il castello dei signori feudatari del territorio, i quali anche derivarono il nome da quella altura. Il luogo si trova nell'Ovest della Francia, nella regione di Bordeaux. Il castello, dopo essere stato devastato da diversi incendi, è stato completamente ricostruito nel tardo secolo XIX. La sola parte che è scampata alla distruzione è la torre che il filosofo aveva sistemato come il proprio ritiro. La costruzione è su tre piani: al primo (piano terra) una cappella, al secondo una camera con il letto, al terzo piano la biblioteca e un ambientino con un focolare. La moglie e le figlie abitavano in un'altra torre.


Ricostruzione
virtuale della biblioteca nella torre – Montaigne a l'ouvre,
Univeristé de Tours
Così lo scrittore descrive la stanza della biblioteca:
Io passo qui e la maggior parte dei giorni della mia vita e la maggior parte delle ore del giorno. Non ci sto mai la notte. ... È di forma rotonda con un solo lato diritto, che mi serve per la mia tavola e la mia sedia: e curvandosi viene ad offrirmi, in un colpo d'occhio, tutti i miei libri, schierati su cinque file tutt'intorno. Ha tre finestre di ampia e libera prospettiva, e sedici passi di diametro. D'inverno ci sto meno di continuo: di fatto la mia casa è appollaiata su un'altura, come dice il suo nome, e non c'è stanza più esposta al vento di questa; che mi piace sia un po' inaccessibile e in disparte, tanto per il frutto dell'esercizio quanto per allontanare da me la gente. Qui è il mio seggio. (III,3)
Sulle travi del soffitto Montaigne aveva fatto incidere quasi una settantina di sentenze, che aveva tratte dalle sue letture e che considerava memorande. "Tutte queste cose, con il cielo e la terra e il mare, non sono nulla a paragone della somma totale di tutte le somme" (Lucrezio). "Non comprendo" (Sesto Empirico). "Dio non vuole che altri sappia al di fuori di lui" (Erodoto). "Tutte le cose sono troppo difficili perché l'uomo possa comprenderle" (Ecclesiaste). "La vita più dolce è non pensare a niente" (Sofocle). Sono alcuni esempi.
I libri
La biblioteca di Montaigne, che includeva il lascito dell'amico scomparso Estienne de La Boétie, conteneva circa mille volumi (III,12), tutti (o quasi) edizioni a stampa. Con una certa modestia Montaigne la descrive come una "fra le più belle biblioteche di villaggio" (II,17). Dopo la morte dello scrittore, la collezione finisce dispersa, in biblioteche pubbliche, a Parigi e Bordeaux, e in collezioni private, e alcuni libri confluiranno in tempi più recenti in altre biblioteche pubbliche, a Cambridge soprattutto.