I libri e la lettura
Nel saggio Dei libri (II,10), e in altri punti della sua opera, Montaigne ci parla del rapporto con i libri.
Nei libri cerco solo di procurarmi un po' di piacere con un onesto passatempo; o, se studio, vi cerco solo la scienza che tratti della conoscenza di me stesso e che mi insegni a morir bene e a viver bene. (II,10)
Se qualcuno mi dice che è un avvilire le Muse il servirsene soltanto di gioco e di passatempo, costui non sa come me quanto vale il piacere, il gioco e il passatempo. Starei quasi per dire che ogni altro fine è ridicolo. Io vivo giorno per giorno; e, parlando con rispetto, non vivo che per me: i miei propositi finiscono lì. Studiai, da giovane, per ostentazione. Poi, un po', per istruirmi. Ora, per divertirmi. Mai per il profitto. (III,3)
Ci sono libri che egli legge per piacere o passatempo, e altri libri che studia cercandovi un sapere. Su alcuni libri annota le sue osservazioni. Anche le opere di poesia, che in genere egli legge per diletto, sono in qualche caso corredate di annotazioni, e sono quindi diventate anche un oggetto di studio. Il confine tra le due forme della lettura non è esattamente tracciato né è invalicabile.
Poi Montaigne ci presenta i suoi autori preferiti, e anche alcuni tra gli autori più noti che egli invece non apprezza. Tra gli scrittori 'piacevoli': Boccaccio e Rabelais (minori: Ariosto, Ovidio). Tra i poeti: Virgilio, Catullo, Lucrezio, Orazio; poi anche Lucano, Terenzio (minori: Plauto, Marziale). Tra i filosofi (morali): Plutarco (Opuscoli) e Seneca (minori: Cicerone, Platone). Tra gli storici e biografi: Plutarco (Vite), Diogene Laerzio, Cesare, ai quali in seguito si aggiunge Tacito (III,8). Tra gli storici 'moderni': Jean Froissart, Philippe de Commynes, i fratelli du Bellay, Francesco Guicciardini.
Possiamo osservare che, per qualche ragione, in questo elenco di letture non c'è Omero, sebbene altrove Montaigne ne parli come del poeta più illustre (II,36). Petrarca invece è menzionato solo in un giudizio perentorio: "i buoni poeti antichi hanno evitato l'affettazione e la ricerca ... dei bizzarri voli spagnoli e petrarcheschi". E qui di certo si riferisce al poeta del Canzoniere e non all'erudito studioso dei classici.